A meno che tu non abbia vissuto in una caverna da un po’ di tempo a questa parte, avrai sicuramente sentito parlare del movimento del diritto alla riparazione. Negli ultimi anni, i Paesi di tutto il mondo hanno cercato di approvare leggi efficaci sul “diritto alla riparazione”. Il tema si riassume nella domanda “perché i consumatori non possono riparare da soli i loro dispositivi?” Questa è una domanda che i sostenitori del movimento mondiale del “diritto alla riparazione” affrontano ormai da decenni. Il punto di partenza è che il consumatore medio acquista un dispositivo elettronico sapendo che diventerà rapidamente obsoleto quando il suo produttore rilascerà versioni più nuove, più attraenti e potenziate dello stesso dispositivo. RefurbMe ha deciso di riepilogare in un articolo tutto quello che devi sapere sul movimento per il diritto alla riparazione.
Cos’è il movimento per il diritto alla riparazione?
Invece di essere costretti a comprare prodotti completamente nuovi, alcuni utenti vogliono essere in grado di acquistare dispositivi che possano essere aggiornati nel corso del tempo. Questo riguarda la possibilità di aggiornare il dispositivo sotto tutti i punti di vista, compresa la potenza di calcolo, la memoria e le batterie. Questo principio è noto come il diritto alla riparazione. Ed è un tema sul quale la gente in molti paesi chiede una normativa a sostegno.
L’obiettivo del movimento è far sì che le aziende rendano disponibili ai clienti e alle officine di riparazione pezzi di ricambio, strumenti e informazioni su come riparare i dispositivi per allungare la vita dei prodotti e impedire che finiscano nelle discariche. Attivisti e organizzazioni in tutto il mondo si battono per il diritto dei consumatori di riparare i prodotti – elettronici ma non solo – nel contesto del movimento per il “diritto alla riparazione”
Quindi, per riassumere, il movimento per il diritto alla riparazione richiede che tutte le aziende forniscano le informazioni necessarie alla riparazione. Questo comprende manuali o guide che possono aiutare i consumatori. Ma anche: prodotti che sia possibile riparare. E componenti che possono essere utili per la riparazione dei prodotti.
Le ragioni del movimento
I consumatori spesso spendono somme ingenti per comprare elettrodomestici e dispositivi che diventano poi obsoleti nel giro di pochi anni dall’acquisto. Per esempio, la batteria di uno smartphone rischia di ridurre le sue prestazioni col tempo e di rallentare così il dispositivo. Inoltre, se la batteria non è sostituibile, il consumatore è costretto a disfarsi del dispositivo e a investire nuovamente in un nuovo telefono.
Anche i componenti fragili e non riparabili riducono la durevolezza di un prodotto. Inoltre, le case produttrici smettono di fornire assistenza per dispositivi ancora funzionanti e per componenti non standard. La tecnologia moderna è fondata in gran parte su componenti che non si possono riparare. Soprattutto se è basata su sofisticati chip per computer. Man mano che diventa sempre più difficile riparare i prodotti, sempre più attivisti e organizzazioni dei consumatori appoggiano il movimento per il diritto alla riparazione, o “Right to Repair”, che mira a permettere ai consumatori di riparare i loro prodotti elettronici da soli o tramite tecnici terzi.
Obsolescenza programmata
Il movimento ha preso piede per la prima volta negli anni ’50. Brook Stevens, un designer industriale americano, ha coniato il termine “obsolescenza programmata”, una pratica di marketing in cui i produttori accorciano artificialmente i cicli di vita dei prodotti e incoraggiano i consumatori a comprare nuovi prodotti ogni pochi anni. Questa pratica favoriva i venditori e faceva sì che influissero sulle decisioni di acquisto, così da migliorare le vendite e aumentare il profitto.
I critici del metodo dell’obsolescenza programmata dicono che promuovere il settore della riparazione dei componenti potrebbe dare impulso alle imprese locali e creare posti di lavoro. Alcuni sottolineano anche che la possibilità di riparare i prodotti ridurrebbe i rifiuti elettronici. Un altro aspetto negativo è che queste aziende di prodotti elettronici promuovono una cultura dell’obsolescenza programmata. Ciò significa che il dispositivo è progettato specificamente per durare per un tempo limitato. E quindi deve essere sostituito. Questo, secondo il movimento, causa un’immensa pressione sull’ambiente e uno spreco di risorse naturali.
Uno dei più grandi sostenitori del movimento, l’organizzazione no-profit Repair.org, afferma che “la riparazione rappresenta anche una funzione critica per ogni forma di riutilizzo e anche di prolungamento della vita utile. I prodotti che non possono essere riparati diventano istantaneamente rifiuti elettronici”, come riporta il loro sito web.
A chi si rivolge il movimento per il diritto alla riparazione?
La campagna per il diritto alla riparazione, in continua crescita, è di ampia portata e riguarda tutti coloro che sono coinvolti nello sviluppo o nell’acquisto di prodotti e beni elettronici: dai clienti e dai negozi di riparazione indipendenti ai produttori come Samsung, Apple e altri.
Consumatori
I dispositivi acquistati appartengono ai consumatori che hanno pagato il prodotto. Quindi hanno il diritto di poter riparare il dispositivo acquistato. Introdurre una legge tutelerebbe i consumatori dall’obsolescenza programmata. Quando un telefono si rompe, il proprietario, in quanto tale, dovrebbe avere diritto a ripararlo, se possibile.
La presenza di componenti tecnologici nei dispositivi moderni ha permesso ai produttori di ridurre l’accesso alla riparazione affermando che la riparazione potrebbe violare i loro diritti “proprietari”. Questo è uno stratagemma di marketing e non ha basi giuridiche. I produttori non hanno alcun diritto di controllo sulla proprietà dopo la vendita. Le limitazioni sulla riparazione sono diventate un problema serio per tutti i dispositivi moderni, che limita anche la possibilità di vendere questi prodotti sul mercato dell’usato.
Negozi di riparazione indipendenti
I sostenitori del diritto alla riparazione sostengono anche che questo contribuirà a far crescere il volume d’affari dei piccoli centri di riparazione. Questi sono un elemento importante delle economie locali. Se un produttore ha il monopolio delle riparazioni, i prezzi aumentano esponenzialmente e la qualità tende a diminuire. Il prezzo è un fattore importante secondo questi attivisti. Poiché non c’è concorrenza sul mercato delle riparazioni in Occidente, i consumatori non possono cercare la migliore offerta.
Probabilmente, i centri di riparazione indipendenti sono quelli che beneficerebbero più di tutti da un eventuale successo della campagna per il diritto alla riparazione. Per questo i proprietari di centri di riparazione indipendenti sono tra i più convinti sostenitori della nuova legislazione. I centri di riparazione vogliono poter acquistare componenti semplici come una batteria per aiutare le persone a sfruttare meglio il proprio telefono o computer. Al giorno d’oggi, i centri di riparazione comprano pezzi di ricambio non originali perché è l’unico modo che hanno di riparare un prodotto. Una legge sul diritto alla riparazione costringerebbe i produttori a mettere a disposizione pezzi di ricambio originali.
Produttori
Il crescente successo di questa campagna preoccupa alcuni produttori. I giganti della tecnologia, tra cui Amazon, Apple, Microsoft e Tesla, non sono favorevoli al movimento, che secondo loro mette a rischio la tutela della proprietà intellettuale e dei segreti commerciali. Per loro, i componenti e le guide dei loro prodotti sono di loro proprietà. Pertanto, non vogliono che queste guide divengano disponibili al pubblico. Considerano queste informazioni un segreto aziendale o commerciale. Per esempio, Dell e Patagonia sono liete di fornire agli utenti guide e componenti per ognuno dei loro dispositivi o prodotti. Tutti gli strumenti essenziali e l’accesso alle guide per riparare un dispositivo sono messi a disposizione di chi è in grado di effettuare la riparazione.
Il diritto alla riparazione negli Stati Uniti
Attualmente, ovvero nel 2021, in quasi tutti i 50 stati americani esiste una proposta di legge sul diritto alla riparazione. Tuttavia, solo uno, il Massachusetts, ha approvato una legge. L’obiettivo delle proposte di legge sul diritto alla riparazione negli altri stati USA varia notevolmente. Per esempio in Florida e nella Carolina del Sud, la proposta di legge si concentra sulle attrezzature legate all’agricoltura. In California, invece, il focus è sulle attrezzature mediche.
Poiché la sessione legislativa del 2021 si è già conclusa in quasi tutti gli stati, i disegni di legge non diventeranno legge quest’anno. A New York, una proposta di legge sulla riparazione equa (Fair Repair Act) è arrivata fino al Senato dello stato. Tuttavia, ha raggiunto l’assemblea dello stato l’ultimo giorno della sessione. Questo implica che si riprenderà con il voto a gennaio del prossimo anno.
Diritto di riparazione in Europa e nel Regno Unito
Il governo britannico ha introdotto il diritto alla riparazione. L’obiettivo è di estendere la durata di vita dei prodotti fino a 10 anni. Così, i produttori di prodotti come lavatrici, televisori e frigoriferi devono rendere disponibili i pezzi di ricambio alle persone che acquistano un elettrodomestico. La nuova legislazione concede ai produttori una finestra di due anni per fare le modifiche necessarie a rispettare la nuova legislazione. Tuttavia, non copre tutte le apparecchiature elettroniche. Include lavastoviglie, lavatrici, frigoriferi, congelatori e televisori. Smartphone e computer portatili, tuttavia, sono stati esclusi.
Nel frattempo, le leggi sul diritto alla riparazione dell’Unione europea richiedono ai produttori di garantire che i prodotti elettronici possano essere riparati per un periodo massimo di dieci anni. Questo è il risultato della legislazione approvata dal Parlamento europeo. Il voto è a favore dell’istituzione di regole più ampie ed efficaci sul “diritto alla riparazione”. L’obiettivo è quello di ridurre i rifiuti elettronici. Questi sono aumentati nel continente a causa di un picco di produzione.
Cosa puoi fare
Alcune aziende si rifiutano di rilasciare i componenti necessari per riparazioni e aggiornamenti. Ciò significa che i consumatori non possono semplicemente riparare un prodotto di loro proprietà. Invece, devono rivolgersi all’azienda stessa o a fornitori terzi autorizzati a lavorare su questi dispositivi.
Crediamo in qualsiasi iniziativa che aiuti a ridurre la creazione di rifiuti elettronici. Fa anche parte della nostra missione, aiutare i nostri lettori a conoscere le alternative possibili all’acquisto di prodotti nuovi. Un prodotto ricondizionato è funzionante al 100%, costa meno ed evita anche la creazione di un sacco di rifiuti elettronici. Con la nostra lista di ricondizionatori ti offriamo un’idea dettagliata di cosa puoi aspettarti da ognuno. Dalla garanzia, alla spedizione, alla politica di reso. Ora vai su RefurbMe e scopri le offerte di oggi per prodotti ricondizionati Apple!